Sensibilità

 La sensibilità...chi di noi non è sensibile al giorno d'oggi? La sensibilità fa parte di una zona del cervello ove reagisce a degli impulsi esterni in seguito ad aver visto, sentito o addirittura letto qualcosa e che suscita in noi reazioni diverse, essendo individui diversi tra di noi. Può suscitare scalpore, come può suscitare imbarazzo. Ognuno di noi reagisce in modo differente dinanzi a certe situazioni. Proprio per questo ne voglio parlare apertamente, senza tanti giri di parole.

La sensibilità è una condizione psicologica secondo cui, il 90% dei ragazzi tende a nascondere. Perché?

Beh, neanche io so perfettamente il motivo di tale condizione, ma la cosa che accomuna i ragazzi è che "nascondere i propri sentimenti" sia motivo di forza, di orgoglio. Dal mio punto di vista sono sempre stata molto scettica su questo argomento perché nascondere i propri sentimenti e le proprie paure, (soprattutto), provoca soltanto un accumulo di negatività interiore, accumulo di pensieri negativi che comportano la maggior parte delle volte a commettere atti, gesti trascendenti. 

Si pensi al tasso di suicidi in Italia. Soprattutto con l'avvento del Covid-19, ci sono stati 71 suicidi e 46 tentativi, e la maggior parte di questi sono ragazzi con fascia di età dai 14 ai 20/21 anni. La maggior parte di questi ragazzi sono deboli, hanno famiglie non equilibrate, fanno uso di sostanze, di alcool e fanno si che quest'ultimi citati diventino impotenti dinanzi a scelte o semplicemente situazioni e pensano che la via più semplice sia il suicidio. Tutto ciò si ricollega ai propri stati d'animo. Noi ragazzi tendiamo ad accumulare tutto ciò che ci circonda di negativo non capendo che così facendo facciamo un danno a noi stessi. Alle volte, anche una semplice frase detta in maniera diversa può compromettere la sensibilità di quest'ultimo e può suscitare nel ragazzo problemi psicologici, emotivi ma soprattutto sociali (e ciò si ricollega quanto detto nel primo blog). Il ragazzo quindi tende ad assumere atteggiamenti di chiusura che provoca danni quanto sopra citati. 

Non giustifico ASSOLUTAMENTE tale comportamento, perché il suicidio come qualsiasi altro malessere fisico provocato dai soggetti stessi non è la strada giusta per stare in pace con se stessi. Ad ogni modo, per esperienza personale e non, la via da seguire è quella del dialogo, di esporsi, ma qui sorge un altro problema, ossia la "paura di esporsi". Questo tipo di paura è un classico di noi adolescenti, la maggior parte di noi si sente incompreso, si sente come se la persona che gli sta di fronte lo SENTE ma non l' ASCOLTA. Si, per me c'è differenza tra sentire e ascoltare. Ascoltare è un valore che poche persone hanno, ascoltare significa "mettere da parte i propri problemi, pensieri e di soffermarci quanto viene detto dall'altra persona". 

Ad ogni modo, tornando al discorso di prima, la paura di esporsi compromette noi stessi, facendo si che i nostri punti di forza diventino punti deboli. Facendo si che la nostra mente ha solo ed esclusivamente un pensiero, ossia quello di "non piacersi e di non piacere". Facendo in modo che la nostra personalità, il nostro carattere venga messo in discussioni dalle situazioni circostanti.

Purtroppo su questo influisce al 99,9% la società e se non sei forte da superare gli ostacoli che stesso la società, ma anche la vita in generale ti pone davanti, non starai mai e poi mai in pace con te stesso. Quello che posso dire (e con questo concludo) è che la soluzione a tutto ciò è di essere noi stessi, con tutti, perché solo così possiamo essere di aiuto e possono aiutarci a migliorare noi stessi e gli altri. 

Commenti

  1. Ben detto, ma difficile a farsi. Bisognerebbe sensibilizzare più persone, tra adulti e ragazzi, alla libera espressione dei loro sentimenti. In tal modo sarebbe più facile per tutti non sentirsi giudicati.

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